La ripubblicazione su altri siti o blog di questo testo è severamente vietata.
l Castagnaccio è storicamente un piatto povero, facile da realizzare e arricchito con pinoli o con noci, a seconda del luogo in cui ci si trovava. A zone, infatti, poteva esserci più disponibilità di pinete oppure di alberi di noci. Ancora, poi, sempre per zone poteva essere preparato con o senza rosmarino, di altezza variabile, arrivando fino a 3 centrimetri, e aromatizzato con scorze d'arancia o semi di finocchio.
Il Castagnaccio è un dolce semplice e genuino realizzato originariamente solo con farina di castagne, acqua e olio, tutti ingredienti “poveri” presenti sul territorio. l Castagnaccio è storicamente un piatto povero, facile da realizzare e arricchito con pinoli o con noci, a seconda del luogo in cui ci si trovava. A zone, infatti, poteva esserci più disponibilità di pinete oppure di alberi di noci. Ancora, poi, sempre per zone poteva essere preparato con o senza rosmarino, di altezza variabile, arrivando fino a 3 centrimetri, e aromatizzato con scorze d'arancia o semi di finocchio.
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l Castagnaccio è storicamente un piatto povero, facile da realizzare e arricchito con pinoli o con noci, a seconda del luogo in cui ci si trovava. A zone, infatti, poteva esserci più disponibilità di pinete oppure di alberi di noci. Ancora, poi, sempre per zone poteva essere preparato con o senza rosmarino, di altezza variabile, arrivando fino a 3 centrimetri, e aromatizzato con scorze d'arancia o semi di finocchio.
l Castagnaccio è storicamente un piatto povero, facile da realizzare e arricchito con pinoli o con noci, a seconda del luogo in cui ci si trovava. A zone, infatti, poteva esserci più disponibilità di pinete oppure di alberi di noci. Ancora, poi, sempre per zone poteva essere preparato con o senza rosmarino, di altezza variabile, arrivando fino a 3 centrimetri, e aromatizzato con scorze d'arancia o semi di finocchio.
Sembra che il castagnaccio sia stato inventato nel 1553 da “Pilade de Lucca” ed è infatti nell’area montana della provincia lucchese, la Garfagnana, che prosperano i castagni dal fondovalle fin verso i mille metri di altitudine. Le castagne e la loro farina sono stati per diversi secoli alla base dell'alimentazione delle popolazioni rurali sostituendo la farina di grano, tanto che il castagno è detto anche “albero del pane”.
Esistono tante ricette di origine molto antica che riportano a diverse zone della toscana e del senese. La ricetta di questo post è quella raccontata dalla mia amica Margherita:
"Io
ieri ho fatto il “Castagnaccio” o “Baldino” come lo chiamano in
Casentino, ho utilizzato la ricetta di mia madre che da buona
toscana qual’era lo faceva solo con la farina che le mandavano i
parenti e devo dire che aveva ragione, il sapore è tutt’altro
rispetto alla farina comprata al supermercato.
Quest’anno,
grazie a mia cugina, ho avuto anche io la fortuna di avere un
sacchetto di buona farina di castagne del casentino e mi sono
cimentata in questa ricetta semplice, ma molto nutriente.
Le
castagne erano considerate la carne dei poveri, proprio per il
loro valore nutrizionale e questo era sicuramente un dolce “ricco”
considerando che oltre alle castagne, che si reperivano nei boschi, c’è anche l’uvetta e le noci (o i pinoli), ingredienti utilizzati
solo per le feste.
La
ricetta è quella classica del Castagnaccio che faceva mia madre, lei
naturalmente andava un po’ “ad occhio”, io ho cercato di
individuare delle quantità precise, queste che riporto sotto sono
quelle che ho utilizzato ieri e devo dire che vanno bene".
Ingredienti :
- 500 g Farina di castagne
- 750 cl d’acqua tiepida
- 2 cucchiai di olio di oliva
- una manciata di pinoli
- una manciata di uvetta bagnata
- un pizzico di sale
- 1 rametto di rosmarino
- olio evo
Procedimento:
Impastare la farina con l’acqua, aggiungendo l’acqua un po' alla volta e mescolando bene, in modo da non formare grumi. La pasta deve rimanere molto lenta.
Aggiungere gli altri ingredienti, io non ho messo le noci.
Mettere il tutto in una teglia (ca 30cm di diametro) ben unta ed infarinata.
L’impasto deve essere alto circa 4 cm.
Mettere sopra il rosmarino ed ungere bene la superficie in modo che non si secchi.
Se nel forno si secca, aggiungere dell’olio.
Cuocere in forno per 40 minuti a 200°, o comunque finchè la parte superiore
non risulta bella marroncina e croccante e si screpola un po’ tutta.
Grazie Margherita!.
testo Giuli Foodie
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