La Sicilia è famosa per la sua raffinata rosticceria (e non solo), ma all'origine di gran parte delle buonissime preparazioni c'è il profondo legame e la derivazione dalla tradizione gastronomica Araba. L'arancina infatti sembra essere stata importata dagli arabi che erano soliti mangiare riso bianco e zafferano condito con erbe e carne. Normalmente
la pietanza veniva servita al centro della tavola in un unico vassoio e ognuno ne mangiava con
le mani. Per renderlo cibo adatto ad essere consumato durante i viaggi, gli arabi ne fecero una palla
simile ad una arancia, che impanata e fritta acquistò consistenza,
tanto da resistere al trasporto, e assicurò un'ottima
conservazione del riso e del condimento.
L'arancina quindi inizialmente caratterizzata come cibo da asporto, è oggi una specialità della cucina siciliana e può essere servita come antipasto, nel formato più piccolo, come primo piatto o piatto unico.
Il 13 dicembre di ogni anno, a Palermo si festeggia il giorno di Santa Lucia, in cui per tradizione, ci si astiene dal consumare cibi a base di farina, mangiando cuccìa e arancine di ogni tipo, forma e dimensione.
La ricetta delle Arancine Palermitane che voglio condividere con voi è una delle più
accreditate, ma sicuramente ci sarà qualche siciliano che,
storcendo il naso, penserà che la sua ricetta di famiglia è migliore e l’unica
originale. Ci sono moltissime varianti, ma che importa sono tutte buonissime!
Ingredienti x circa 12 Arancine
x le arancine:
- 500 g di riso arborio
- 50 gr di burro
- 1 bustina di zafferano
- 100 g pecorino grattugiato
- 2 uova
- 3 litri brodo vegetale
- 250 g di macinato magro
- 100 gdi piselli surgelati
- 500 g pomodori pelati
- sedano tritato
- ½ cipolla bianca
- ½ bicchiere vino
- sale, pepe, olio d’oliva q.b.
- 100g di caciocavallo
- 4 uova
- pangrattato q.b.
- farina q.b.
- olio di semi per friggere
Procedimento:
Lessare il riso nel brodo vegetale aggiungendo lo zafferano, scolare al dente e fare intiepidire in un piatto abbastanza largo. Aggiungete il burro a pezzetti, le uova e il pecorino. Aggiustare di sale se necessario. Lasciare insaporire. Nel frattempo preparare il ragù facendo rosolare in
una pentola la il sedano e la cipolla titati con un filo d’olio, quando quest'ultima diventa traslucida aggiungere
la carne e dopo qualche minuto sfumare con il vino. Dopo circa 10
minuti aggiungere i piselli e i pelati schiacciati con una forchetta. Salare. Fate cuocere il ragù a fuoco lento per una ventina di minuti senza coperchio, dovrà risultare piuttosto denso. Lasciare
raffreddare.
Stendere uno strato di riso sul palmo della mano, mettere un cucchiaio abbondante di ripieno e un pezzetto di caciocavallo precedentemente tagliato a cubetti, sopra dell'altro riso. Chiudere e sagomare premendo molto bene e stringendo per evitare si apra durante la frittura.
Passare le arancine prima nella farina poi nell'uovo quindi nel pangrattato e nuovamente nell'uovo e poi nel pangrattato facendo così una doppia impanatura. Friggere in abbondante olio a 170° avendo cura di coprire di tanto in tanto con l'olio di frittura la parte scoperta fino a quando non saranno ben dorati.
Stendere uno strato di riso sul palmo della mano, mettere un cucchiaio abbondante di ripieno e un pezzetto di caciocavallo precedentemente tagliato a cubetti, sopra dell'altro riso. Chiudere e sagomare premendo molto bene e stringendo per evitare si apra durante la frittura.
Passare le arancine prima nella farina poi nell'uovo quindi nel pangrattato e nuovamente nell'uovo e poi nel pangrattato facendo così una doppia impanatura. Friggere in abbondante olio a 170° avendo cura di coprire di tanto in tanto con l'olio di frittura la parte scoperta fino a quando non saranno ben dorati.
testo Giuli Foodie
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